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Spazio sull'Arte a cura di Leonardo Marrone

Seguire o meglio inseguire il calendario di tutte le mostre in corso o in programma in Italia rimanendo sempre aggiornati e' impresa assai ardua. Cercheremo comunque in questo spazio di fare del nostro meglio curando periodicamente una panoramica stagionale sui principali eventi legati all'arte italiana sia in Italia che in Giappone. Questo spaziando chiaramente dall'arte antica e classica alle espressioni piu' moderne degli artisti italiani contemporanei.

link al sito del Museo Civico di Fukuoka

Magnus & Bunker
Max Bunker e Magnus: gli antieroi del fumetto italiano

Luciano Secchi e Roberto Raviola in arte Max Bunker e Magnus: un binomio artistico
che forse nella storia del fumetto italiano non si ripeterafmai piu'...approfondisci

il Gruppo Tnt

Max Bunker & Magnus

Scrivere sul fumetto (italiano) per esperti e non e' difficile e oneroso quanto trattare di Arti classiche. Chi ama profondamente questa forma di arte moderna e popolare - certamente piuf gdiscretah rispetto alle espressioni artistiche piuf canoniche, ma non per questo gminoreh - puo' comprendere questa osservazione meglio di ogni altro tipo di fruitore. Tuttavia anche per dei semplici profani in materia, come chi scrive, il fascino per il mondo cartaceo e ad inchiostro dei fumetti e' comunque irresistibile.

Questo spazio, introdotto con un preambolo forse un pof retorico, lo dedichiamo a Luciano Secchi (scrittore e sceneggiatore) e a Roberto Raviola (disegnatore) in arte Max Bunker e Magnus: due artisti del fumetto gallfitalianah.
E con questa ultima definizione intendiamo, proprio come nel caso del fortunato genere cinematografico gla commedia allfitalianah, i fumetti di piuf largo consumo, opere dal gusto pop e oggi, a quarantfanni dalle uscite inizialmente mensili e poi settimanali di Kriminal e Satanik, potremmo dire vintage; ideazioni e immagini di un mondo iperrealistico, un tantino distanti dalle atmosfere oculatamente estetizzanti e sofisticate delle opere consacrate di artisti delle nuvole parlanti come Milo Manara, Guido Crepax o Hugo Pratt e dai loro fumetti gda bibliotecah. Diabolik e Kriminal
Si diceva e si parlava di fumetti di largo consumo, gda edicolah, per le masse; quelli che in tempi non sospetti molti chiamavano con profano affetto o per ignorante gigioneria gi giornalettih. Che differenza cfera per tutti loro se si trattasse di un Diabolik firmato dalle sorelle Giussani, di un Kriminal del duo Magnus & Bunker o di un altro uomo mascherato... Le differenze invece tra loro cferano e oggi se ne riconoscono e se ne distinguono finalmente anche le caratteristiche stilistiche e qualitative, oggettive di ognuno.
Ma parliamo un pof di questa celebre e azzeccata coppia artistica.


SatanikAttenti a quei due!

Luciano Secchi, classe e39, sin dagli esordi e' un eccellente ideatore di storie e soprattutto una penna versatile, capace di destreggiarsi nei generi piuf diversi tra loro e di creare sfondi di grande profonditaf psicologica e sociale. Con la sua scrittura e la sua genialitaf il fumetto italiano alla fine degli anni sessanta ha vissuto un nuovo e felice corso di ispirazione e originalitaf dando vita a fenomeni senza tempo. Tra le migliori produzioni dello scrittore, oltre alle creature sviluppate in consonanza con Magnus - delle quali parleremo piuf sotto - vogliamo citare almeno uno dei soggetti con i quali ha iniziato la sua folgorante carriera: gMaschera nerah realizzato insieme al Maestro Piffarerio, disegnatore che firmeraf poi anche tante altre opere e storie ideate da Max Bunker.

Roberto Raviola, scomparso nel e96 ef coetaneo del Maestro Secchi. Dopo un primo rodaggio, lfalchimia artistica tra i due negli anni in cui si incontrano ef subito successo. Il tratto del maestro - che nel tempo acquisiraf sfumature e evoluzioni di diverso tipo - ef altamente caratterizzante. Se ef vero che il punto di forza delle storie create insieme a Bunker efla sceneggiatura, sempre molto particolareggiata, pregna di particolari anche futili ma estremamente vitali ai fini di ogni singolo albo ideato insieme, Maschera Neraef anche vero che la magia non si sarebbe inverata se non attraverso le matite, quel tratto corposo, gommoso e incisivo allo stesso momento, dello scrivere immagini per fumetti del Maestro Magnus. Su di lui e sulle sue opere, non a caso, sono state scritte pagine e pagine di saggi.
Un binomio, il loro, che forse nella storia del fumetto italiano non si ripeteraf mai piuf.

Perchefil successo e la consacrazione

La rivoluzione messa in atto e portata al parossismo nei fumetti di Magnus e Bunker, ef nellfaver rovesciato, completamente alterato, distorto o reinventato i canoni del fumetto classico (sino ad allora) e nellfaver proposto una visione schietta, nuda e cruda, della morale e dei costumi dellfetaf moderna. Nelle loro saghe piufimportanti, come in Kriminal o in Satanik, il protagonista ef infatti una figura negativa; la sua natura perof non contrasta affatto con il mondo che lo circonda: buoni o cattivi nelle opere di M. & B. sono della stessa essenza. Non cfef quindi spazio per una morale assoluta, non una differenziazione netta tra angeli e demoni, tanto che tutti i personaggi, continuamente, passano da una parte allfaltra del seminato come fosse cosa normalissima (ed ef effettivamente normale nel mondo reale). Lferotismo ef poi unfaltra componente, piuf o meno esplicita, fortemente connotativa nelle opere dei due.
Storie di antieroi, come nel Neorealismo e in molta letteratura coeva.

Alan FordKriminal e Satanik: violenza, terrore e sesso

Intorno a Kriminal e a Satanik esiste oggi un collezionismo folle. I numeri usciti a cavallo tra gli anni sessanta e settanta sono oggi memorabilia preziosissimi per collezionisti di tutto il mondo. Ma tutto questo ef solo lfultima parte della storia di queste due celebri saghe a fumetti. Perchef il successo i loro albi lo hanno vissuto in tempo reale, quando uscivano regolarmente in edicola ed erano seguiti da migliaia di fedeli o anche di casuali lettori.
Kriminal ef un appunto un criminale (la gKh, cosi in voga nellfimmaginario dellfepoca dava quel tanto di fascinoso e esotico al prodotto). Spietato, fedifrago, geniale, vittima e carnefice di una societaf, quella contemporanea, che ha toccato il fondo ed in cui prevale la (non)morale del piuf ricco, del piuf cattivo, del piuf forte, del piuf spregevole...
Satanik ef una sorta di versione femminile di Kriminal, la Rossa del Diavolo (qualcosa di sconvolgente per gli anni in cui debuttof); forse un pof piuf perversa rispetto al suo fratellastro in costume da scheletro (Kriminal) ma altrettanto affascinante e grealeh nonostante le sue storie orrorifiche, sexy e non di rado splatter tout court, siano immerse in atmosfere piuf fantastiche. Le uscite di Kriminal sono continuate in tutte le edicole italiane quasi ininterrottamente dal numero uno, pubblicato nellfagosto del 1964, fino al numero 419 del novembre 1974. Satanik ha avuto una diffusione simile ed entrambi i personaggi (come per Diabolik con la pellicola omonima di Mario Bava Diabolik del 1968) hanno avuto allfapice del loro successo una trasposizione cinematografica: i cult movie Kriminal del 1966, diretto da Umberto Lenzi e il suo seguito lfanno dopo Il marchio di Kriminal di Fernando Cerchio; Satanik nel 1968, con il film omonimo di Pietro Vivarelli con Magda Konopka.

SuperciukAlan Ford fu perofla vera rivoluzione. Le storie scritte da Max Bunker e disegnate da Magnus tra il numero 1 e il numero 75 furono un altro fulmine a ciel sereno nellfambito del fumetto italiano e non solo. Quello che risultof dalle prime vendite un fiasco totale si trasformo', numero dopo numero, in un fenomeno culturale e di costume mai visto prima. Pur ricalcando alcuni "tipi" del genere noir-poliziesco, dello slapstick, questa nuova creatura di Secchi & Raviola, puzzle cabarettistico simile ad un Frankenstein mezzo ammaccato e pericolante, si rivela nel tempo come un gphanteonh, una raccolta straordinariamente varia e geniale di singoli caratteri. Come molti fedeli lettori osservano, negli anni si e' verificata certamente una diluizione delle idee, illuminanti, degli esordi; tutto ciof pero' non ha intaccato il livello mediamente e costantemente alto del soggetto (dote assai rara anche nel mondo dei fumetti!).
Il Tnt ef un gruppo di sgangherati agenti segreti - o qualcosa di simile - perennemente squattrinati e alle prese, di albo in albo, con ogni sorta di criminale e con una galleria infinita di personaggi e di situazioni surreali.
Il piuf celebre e il piuf amato fra tutti dai fan del fumetto ef sicuramente il "mitico" Superciuk: un ubriacone mascherato, anonimo spazzino di giorno e antieroe in segreto, che ruba ai poveri per dare ai ricchi!
Alan Ford invece, figura che daf il titolo a tutta la serie, ef in realta' il belloccio del gruppo Tnt, ago della bilancia in un carrozzone di personaggi con mille paturnie, strane manie, vezzi e vizi, in una sarabanda di quotidiana follia, umorismo, sottile critica sociale, inversione di morale, cinismo e spirito di sopravvivenza.

MagnusDopo le grandi opere sviluppate nel corso di piuf di due decenni circa segnati dal trionfo tributato alle storie di Alan Ford, i due Maestri si separeranno per rincontrarsi in occasione di particolari ricorrenze editoriali (il numero 200 di Alan Ford, ad esempio) intraprendendo strade parallele sempre nellfambito di questa grande espressione artistica dellfarte moderna italiana - il fumetto - ma anche in contatto con il cinema, la televisione, lfillustrazione etc.

Conclusioni e consigli

In Giappone, per ora, non ci risulta siano mai state effettuate delle traduzioni o intrapresa una distribuzione degna di nota delle opere firmate da M. & B.. Un peccato, sicuramente, vista anche la digeribilitaf e il brio delle opere dei due geniali autori; un fascino che anche un pubblico nuovo, qui in Giappone, riuscirebbe certo a percepire.
A chi volesse saperne di piuf consigliamo di rivolgersi direttamente alla Max Bunker Press, dover poter reperire tutto ciof che ef al momento in circolazione di Magnus & Bunker e dove poter acquisire anche le tavole originali dei fumetti firmate da Magnus.
Altro sito interessante che ci sentiamo di consigliare (dedicato ai collezionisti del fumetto e creato da collezionisti stessi) e'Tavole originali punto net di Francesco Bazzana. Eccezionale punto vendita on line, quasi un museo del fumetto, attraverso il quale poter avere la possibilitaf di acquisire uno schizzo, un bozzetto o una tavola originale del proprio autore preferito.

Questo spazio ef dedicato al Maestro Roberto Raviola in arte Magnus
Bologna, 31 maggio 1939 - Castel del Rio, 5 febbraio 1996.
Luciano e Roberto molti, molti anni fa...

Max Bunker Press Magnus, Sito ufficiale Tavole originali: dove ammirare e comprare! Magnus, sito dedicato Una piccola galleria dedicata a Magnus chiudi

Giotto a Roma
Giotto e il Trecento "il piufsovrano Maestro stato in dipinturah
Roma

Il complesso del Vittoriano, a Roma, ospita una prestigiosa e ambiziosa rassegna dedicata a gil primo vero artista italianoh attraverso una raccolta di piuf di centocinquanta opere. Ricordiamo che...
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Giotto, Cristo benedicente fra Santi, San Francesco dfAssisi, 1310-1315

Giotto e il Trecento.

gil piufsovrano Maestro stato in dipinturah

Vasari e la critica convenzionale contemporanea identifica in Giotto, attivo tra la fine del 1200 e la prima metaf del 1300, il fulcro di una nuova era non solo per la Pittura ma anche in senso piuf ampio, per tutta lfArte; ef considerato ormai unanimemente il maestro della rottura, colui che abbandona, progressivamente, i modelli della cosiddetta pittura greca (sublimati nelle opere del suo maestro, Cimabue) e prepara la storia dellfarte a quello che saraf, centocinquantfanni dopo, il grande Rinascimento. Se ef vero che nellfepoca della grinascita culturaleh si attueraf una scoperta sistematica dei tesori del mondo classico e una riattualizzazione di tali modelli, ef anche vero che ef Giotto che ne avvia il recupero formale e ne presagisce unfimportanza e un utilizzo moderno mai visto prima di lui. Altro punto fondamentale della sua ricerca ef la scoperta e la realizzazione di uno spazio pittorico che arguisce alle prime intuizioni prospettiche che diverranno precisi calcoli matematici e concezione di unfarte pittorica nuova solo nel Quattrocento; anche queste caratteristiche sono totalmente inedite fino a Giotto. Il complesso del Vittoriano, a Roma, ospita allora una prestigiosa e ambiziosa rassegna dedicata a gil primo vero artista italianoh attraverso una raccolta di piuf di centocinquanta opere. Ricordiamo che la fama di Giotto fino a oggi ef costituita, soprattutto, dalla bellezza e dallfimportanza delle sue opere ad affresco.

Giotto, frammento di vetrata di Santa Croce, Firenze, 1315 circa

Sembra strano perciof riuscire a concepire una sua mostra pittorica che riassuma le tappe principali del suo magnifico e prolifico percorso esulando i cicli, ad esempio, di Padova e Assisi. La mostra crea cosi uno sfondo straordinario a queste opere ad affresco, le piuf note di Giotto, ovviamente assenti, presentando perof il percorso della rassegna come un viaggio non soltanto nel tempo ma anche nello spazio e interagendo con gli echi che la lezione di Giotto ebbe, al suo passaggio, nei maggiori centri della cultura durante il Medioevo. Accanto alle grandi tavole del Maestro quali il Polittico di Badia, il mosaico con angelo dalla Navicella di San Pietro, il Polittico di Baroncelli,il Polittico di Santa Reparata, anche i capolavori pittorici, in scultura, miniati, di oreficeria di altri maestri della sua epoca quali Cimabue, Simone Martini, Pietro Lorenzetti, Arnolfo di Cambio, Guccio di Mannaia, Andrea Pucci Sardi, Cristoforo Orima, il Maestro del Codice di San Giorgio e molti altri.

Giovanni di Balduccio (attr.), scultura lignea, 1330 ca.

Per chi raggiunge Roma ci sembra perciof quasi dfobbligo un passaggio al Vittoriano con un tuffo nel medioevo pittorico di Giotto (tra lfaltro la mostra risulta superbamente arredata ed illuminata) terminando la visita, dopo essersi inerpicati tra le viscere di questo altare della patria, con uno sguardo dallfalto dei suoi balconi a una Roma senza questo ingombrante e brutto monumento umbertino. E come disse un suo illustre contemporaneo e estimatore, Dante alighieri, il cui incontro con Giotto ef solo una leggenda ottocentesca: E ritornammo a riveder le stelle.

Leopoldo Toniolo, Dante visita Giotto nella Cappella degli Scrovegni (seconda meta' dell'800)

Dove: Il Vittoriano

Orario: tutti i giorni ore 10.00 - 16.00. Chiuso il lunedi.

Info: Beni Culturali punto it, Il Vittoriano

Elenco opereAlcune opere in mostra

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Guido Crepax e Valentina
Guido Crepax: Valentina, la forma del tempo
Milano

Le storie di Valentina erano caratterizzate da un erotismo colto e onirico, legato a temi psicanalitici: spesso la protagonista appare senza veli, in storie dal contenuto ambiguo e vagamente perverso
che oscillano fra nevrosi ed estetismo... approfondisci

Valentina

Guido Crepax
Valentina, la forma del tempo

Milano, 21 Settembre 08 - 01 Febbraio 09

La manifestazione milanese dedica una mostra al personaggio dei fumetti creato da Guido Crepax, Valentina, che era e rimane un'icona di donna fatale.
La Triennale Bovisa dal 21 settembre al 1‹ febbraio 2009 accoglie una mostra su questo celebre personaggio dei fumetti italiani: le sue prime storie apparvero alla meta' degli anni Sessanta del secolo scorso nei primi numeri della rivista Linus. Inizialmente Valentina apparve come compagna di Philip Rembrandt, che segretamente era una specie di supereroe (Neutron). Ben presto pero' la figura femminile bruna e slanciata prese il sopravvento sul personaggio maschile, che venne messo da parte.
Valentina rispondeva ai criteri estetici della donna di quegli anni: alta e magra rifletteva i canoni delle grandi modelle dell'epoca, ma soprattutto ricordava, con il suo tipico caschetto, l'attrice del cinema muto Louise Brooks. I principali successi della Brooks, che negli ultimi anni del cinema muto aveva avuto diversi ruoli importanti, erano principalmente legati al personaggio di Lulu', la femme fatale creata da Wedekind e portata sullo schermo da Pabst; l'attrice con quella interpretazione aveva lasciato un segno nell'immaginario cinematografico e letterario, e Valentina di Crepax ne fu l'ennesima incarnazione.

Louise Brooks e Guido Crepax

La mostra di Milano riportera' anche la corrispondenza fra Crepax e Louise Brooks, che fu originata dall'invio di alcuni volumi di fumetti dall'autore all'attrice.
Le storie di Valentina erano caratterizzate da un erotismo colto e onirico, legato a temi psicanalitici: spesso la protagonista appare senza veli, in storie dal contenuto ambiguo e vagamente perverso che oscillano fra nevrosi ed estetismo. Valentina Rosselli e', di mestiere, una fotografa che spesso porta con se' la sua macchina reflex e le sue storie sono molto legate a Milano, che e' la sua citta'.

Il valore e il fascino del fumetto ef pressochef immutato negli anni: questo per quanto riguarda lo stile ma anche relativamente ai contenuti e alle stratificazioni semantiche di ogni singola storia. Valentina ef per Crepax una sorta di veicolo, viatico per il lettore e per lfautore stesso, una moderna Naja Bretoniana, un esperimento grafico di metalinguaggio surrealista. La carica espressiva e lforiginalitaf, inarrivabile e definitiva del suo stile, proiettano il personaggio oltre il tempo. Da icona pop, eroina gantieroinah dei fumetti degli anni sessanta-settanta, pin-up glamoure e vintage degli ottanta-novanta, ef nel nuovo secolo unfimmagine di donna oltre il femminismo spicciolo e lfarrampichismo femminile in questa etaf di transizione.

Valetina e la sua Reflex

Salva per lfeternitaf, libera da ogni paragone... altro che invecchiata male, come certi la vorrebbero!

Guido Crepax: scomparso nel 2003 a settant'anni, ha lavorato, dopo la laurea in architettura, principalmente come illustratore e grafico oltre che nel campo del fumetto. Nel corso degli anni ha disegnato diverse storie a fumetti con altri protagonisti, e creato anche figure di carta per giochi da tavolo dedicati alle grandi battaglie della storia.

La mostra della Triennale, pur centrata su Valentina, illustra tutto il suo percorso professionale e la sua vita, in sale che si servono di supporti multimediali e riproducono le sue tavole in grande formato oltre a mostrare diversi originali. La mostra e' curata da Caterina Crepax e da Massimo Gallerani.

Dove: Triennale Bovisa, Via R. Lambruschini, 31 - Milano

Orario: 11.00-23.00, chiuso il lunedi

Info: www.triennale.it

Crepax e Valentina







































chiudi alcune tavole in mostra

Bellini alle Scuderie del Quirinale
Bellini, quando la pittura diventa spettacolo
Roma

La pittura di Giovanni Bellini e' una forma di bellezza complessa, che si lascia raggiungere
solo con assoluta concentrazione e con un tempo dedicato... approfondisci

Pala Barbarigo

"Che spettacolo, quando si fara', una mostra completa su Bellini", scriveva nel lontano 1949 Roberto Longhi.

Eccola, quella mostra, interamente dedicata a uno dei grandi maestri della pittura rinascimentale: iniziata il 30 settembre dopo un lungo lavoro che ha impegnato una equipe di studiosi, tra i quali i curatori della mostra Mauro Lucco e Giovanni Villa, almeno tre anni.

La pittura di Giovanni Bellini (c. 1430 - 1516) "il piu' antico dei moderni, il piu' moderno degli antichi", e' una forma di bellezza complessa; come spesso scrivono di lui, che si lascia raggiungere solo con assoluta concentrazione e con un giusto tempo di gimmersioneh: qualcosa che, nella penombra liturgica dell'allestimento di questa mostra, accolta presso le Scuderie del Quirinale a Roma, tra il rosso delle quinte come di un teatro, nelle luci opache che sfiorano le tavole dipinte, diventa piuf facile e avvolgente.

Si tratta di una raccolta eccezionale, composta di ben sessantacinque opere, arrivate da trentacinque musei (il Louvre, il Metropolitan, la National Gallery di Washington) e dalle collezioni private di tutto il mondo. Pur mancando gallfappelloh alcuni preziosi capolavori del maestro venziano (l'impassibile doge Leonardo Loredan della National Gallery di Londra, ad esempio, o quello che da molti ef considerato il capolavoro assoluto di Bellini, il San Francesco "Frick", che stavolta ef rimasto gelosamente custodito a New York) ci si trova davanti, nel caso di alcuni esemplari, ad opere estremamente difficili da raggiungere e soprattutto da riuscire a vedere raccolte filologicamente tutte insieme. presentazione al tempio

























Partendo dall'esordio monumentale, ridondante, immenso della Pala di Pesaro, capolavoro anche di carpenteria, sono state accolte anche molte altre opere mai uscite prima dal proprio museo. Come ad esempio la Continenza di Scipione, fregio di oltre tre metri che simula il marmo. E ancora, le serie complete dei Crocifissi e delle Pieta', i ritratti apollinei delle Madonne, con i loro pigmenti oleosi e gli impasti con l'uovo, i volti di porcellana e i costati sanguinanti. Tutti per la prima volta accostati insieme a evidenziarne variabili e analogie.

Si compone cosi uno straordinario spettacolo pittorico

Battesimo



















































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alcune opere in mostra I
alcune opere in mostra II

restauri e riqualificazione della tomba di Ottaviano
Nuovi scavi allfAugusteo
Roma

Frammenti di storia a ridosso e nel cuore e a ridosso del mausoleo, sepoltura del "divo"
Augusto - dai marmi antichi alla scala dellfAuditorum del 1936... approfondisci

ipotesi di riqualificazione del mausoleo La sepoltura di Ottaviano Augusto (63 a.C. - 14 d.C.) ef stata vittima da sempre dei soprannomi piuf irriverenti come quello, ad esempio, di "dente cariato". Questo soprattutto a causa delle condizioni di abbandono e indifferenza in cui ha versato per secoli.
Per alcuni studiosi il mausoleo ef oggi piuf simile alla metaforica e alla piuf nobile immagine di un gigante, una gcreatura di pietrah dunque, che si libera di quintali di terra, degli strati stessi della storia e della vegetazione invadente. E stavolta il comune di Roma fa sul serio: la Sovrintendenza sta infatti portando avanti un doppio intervento (di recupero e di rivalutazione) che interverraf sensibilmente sul progetto fallito della piazza realizzata negli anni Trenta. Gli scavi porteranno inoltre al recupero di migliaia di marmi che il mausoleo conserva al suo interno.
Bisogna perof prima tirarlo fuori dalla "buca" dove ef infossata tutta la piazza. Le differenze di livello tra il suolo antico e quello attuale (innalzato anche dagli argini dei muraglioni) hanno mortificato ulteriormente questo celebre e sfortunato monumento, inabissandolo e trasformandolo nel centro di uno spazio vuoto, senza significato. Mettendolo a confronto poi con l'altro grande mausoleo romano, quello di Adriano, divenuto base di Castel Sant'Angelo, si comprendono ancora meglio i problemi della situazione attuale del monumento. Domandandosi, ad esempio, quale dei due appaia il piu' grande a prima vista, la risposta probabilmente sembrerebbe scontata: lfAdrianeo. Ma non lo ef. L'impressione infatti inganna quasi tutti gli osservatori. Il cilindro di Augusto misura 87 metri di diametro; quello di Adriano, invece, solo 64.

l'antico porto di RipettaIl mausoleo si trova difatti a circa cinque metri al di sotto del piano stradale moderno e il palazzo piu' distante ef a una sessantina di metri. Questa disposizione non lo ha certo aiutato a farlo risorgere come il centro di un parco archeologico, idealmente integrato al porto di Ripetta questfultimo distrutto alla fine dellfOttocento (n.b. altro sito che potrebbe riemergere dopo questi nuovi scavi).
Per avere piu' spazio la soluzione proposta ora e', insieme ad una serie di interventi minori: lfabbattimento di due dei quattro palazzi che fanno parte della risistemazione voluta, alla fine degli anni Trenta, da Ballio Morpurgo per la piazza; la liberazione dell'Augusteo; la sostituzione di Ponte Cavour con un paio di ponti pedonali.

l'AuditoriumBisogna anche osservare che le vicissitudini di questa preziosa zona di Roma non sono altro che i tanti episodi di una lunga storia, di infiniti riciclaggi. Lo stesso mausoleo in qualche modo ce la racconta, proprio oggi, attraverso i suoi tesori nascosti. Saccheggiato come una cava di travertino, fortificato dai Colonna, coltivato a vigna, trasformato prima in un popolaresco anfiteatro ottocentesco, il Corea, e poi nel primo auditorium della Capitale, con una sala concerto da 3.500 posti chiusa nel '36 e da molti rimpianta (ricordiamo le parole, in merito, del celebre direttore dforchestra, Carlo Maria Giulini "L'acustica era perfetta, il suono pastoso, l'architettura superba").

il disastroso progetto del duceLe architetture disegnate da Morpurgo, ma dettate direttamente dal duce, ci hanno infine gregalatoh una rotatoria monumentale, con tanti angoli da svoltare. Non ef certo un luogo che invita perof ad essere fruito, visitato. Ci si passa; ma per andare altrove, in Via Ripetta o sul Corso, in Via Tomacelli o sul Lungotevere. Il porticato e' alto e gelido. Tanto che, estetica a parte, anche i senzatetto, quando non piove, preferiscono andare a dormire all'aperto, nelle aiuole del fossato.

Se poi consideriamo anche le polemiche che hanno accompagnato lfedificazione del progetto di Meier come protezione allfAra Pacis (1), ci si rende conto che un intervento, oltre che dovuto, ef proprio necessario. Previsti, quindi, oltre al riassetto del cuore della zona, la possibiltaf di rivedere alcune scelte dell'architetto americano; la salvaguardia con un progetto di rivalutazione di questi due sfortunati monumenti - il Mausoleo e la sua ara (2) -; la riqualificazione della vicina chiesa di San Rocco e dellfaltrettanto funestato porto di Ripetta, venuto giaf in parte alla luce con i recenti lavori allfAra Pacis. Ipotizzabili poi anche gli interventi al ponte Cavour, sui giaf citati edifici di epoca fascista e su alcune zone attigue.

Come andraf a finire? Ef giusto intervenire sul progetto irrisolto di Morpurgo (il cui livello non ef neanche minimamente paragonabile a quello di Speer, ai tempi di Hitler) e la ggabbiah futuristica di Meier? Ef piuf importante liberare la piazza e quindi restituire la propria dignitaf ad una delle piuf importanti testimonianze della storia di Roma (lfAugusteo e la sua piazza) o mantenere il disordine gequilibratoh del progetto gdilettantisticoh, realizzato al risparmio dal duce?

Voi che ne pensate?

(1) Critiche alle quali in parte ci associamo. Piuf di qualcuno ha definito il gmostroh di Meier, guna pompa di benzina; una pizzeria di Dallas; totalmente scellerato, sia da un punto di vista estetico che logistico, per non parlare poi dei recenti problemi dovuti allfalterazione del microclima allfinterno della costruzione che starebbe danneggiando anche lfAra Pacis stessah.

(2) lfAra Pacis (lfAltare della Pace eretto tra il 13 e il 9 a.C.) come la vediamo oggi, splendido esempio dellfarte ufficiale del periodo della dittatura pacifica di Ottaviano e sua privata auto celebrazione, fu ritrovata negli scantinati di un palazzo nei pressi del Corso e poi ricomposta nella sua nuova sede solo alla fine degli anni Trenta dello scorso secolo.


chiudi scavi nell'Augusteo


Antonio Ligabue - Mostra a Milano
Antonio Ligabue: l'Arte dfficile di un pittore senza regola
Milano

Il critico dfarte Vittorio Sgarbi nel catalogo realizzato per questa mostra dedicata a Ligabue
conclude il suo intervento defininendolo "l'ultimo artista...  approfondisci

Antonio Ligabue - LfArte difficile di un pittore senza regola

Ligabue in sella a una delle sue adorate motociclettevaso con fioriIl critico dfarte Vittorio Sgarbi nel catalogo realizzato per questa mostra dedicata a Antonio Laccabue, al secolo gLigabueh (1899-1965), conclude il suo opinabile ma importante intervento defininendolo "'ultimo artista veramente nazionalpopolare e per di piu' padano". E sempre di Sgarbi la critica secondo cui "Ligabue e' un vero primitivo, amato dal pubblico e rifiutato dai critici con la puzza sotto il naso che si innamorano della merda d'artista di Manzoni e dell'orinatoio di Duchamp." Critiche molto forti per un artista estremo, volente o nolente un outsider, con tutti i suoi drammi, nella vita e nel mondo dellfarte. Uno dei grandi artisti nel Novecento italiano, forse tra quelli tristemente e dannatamente trascurati soprattutto dalla critica ufficiale. Grazie a questa meravigliosa mostra, accolta nelle sale di Palazzo Reale a Milano, la memoria di questo artista vive un momento di rinascita e di dovuto tributo, incontrando il grande pubblico (ironia a parte, certamente non solo gpadanoh!) in una carrellata di ben oltre duecento dipinti, praticamente un quarto dell'intera produzione pittorica di Ligabue, dagli inizi, intorno agli anni venti, fino alla morte sopraggiunta nel 1965; ma anche diversi disegni, sculture in bronzo e alcune incisioni. I soggetti ripercorrono tutto lfimmaginario esotico e delle visioni gbucolicheh di Ligabue, ripetuti in alcuni casi infinite volte e in molte varianti, con morbosa sperimentazione: animali di ogni genere, soprattutto tigri, leopardi, leoni o le cosiddette gvedove nereh; per l'artista erano forse tutti simboli di una realta' lontana, ignota e molto diversa dal proprio quotidiano e distante dai drammi del presente. Miraggi espressi con una tecnica talvolta non soltanto semplice e sommaria ma anche di reale poverta' tecnica; ma sempre pregni di una componeautoritrattote espressiva e di una carica emotiva fortissima. Le sue pitture erano e sono ancor oggi, messaggi diretti, al fruitore; figurazioni della propria infermitaf, mentale, presunta, ipocondriaca, autolesionista. Ma ef anche per tutti questi aspetti che la sua pittura diviene cosi universale, gespressionisticah. Entrando piuf strettamente nellfosservazione degli aspetti puramente tecnici del suo modo di elaborare la pittura su tela, alcuni individuano in Ligabue una forte influenza di Henri Rousseau, il Doganiere, il maestro di Laval vissuto tra Ottocento e Novecento; e soprattutto, analogamente, Ligabue viene identificato nel prototipo dell'artista gingenuo e genialeh, a suo modo gnaifh. In mostra sono presenti ancheritratto di donna alcune Interessanti scene di vita campestre e di caccia,oltre a una importante serie di autoritratti nei quali Ligabue si gtravesteh, idealmente, da Van Gogh. E in questi egli rivela, rispetto agli autoritratti piuf ieratici del maestro olandese, una piuf spontanea - o inconscia? - e piuf sottile autoironia (vedi il ritratto con la mosca). Una ottima occasione per avvicinarsi ad un gmaestroh praticamente misconosciuto al grande pubblico e spesso sottovalutato dalla critica, con una ottima e piuttosto esauriente mostra monografica a lui dedicata. Questfultima, ponte ideale con la prima personale ufficiale dellfartista, allestita alla Galleria La Barcaccia a Roma, nellformai lontano 1961.

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Ultime scoperte archeologiche a Veio e a Fukuoka
Veio: Archeologia sotto la spazzatura
Roma

Un prezioso mosaico e' stato scoperto nel parco di Veio sepolto non solo dalle stratificazioni
della storia ma bensi sommerso da tonnellate di calcinacci, di piastrelle... approfondisci

Danza Marina - Parco di Veio (Roma) Aprile 2008
Un prezioso mosaico e' stato scoperto nel parco di Veio sepolto non solo dalle stratificazioni della storia ma bensi sommerso da tonnellate di calcinacci, di piastrelle sbeccate, di gabinetti rotti, di una discarica abusiva, a cielo aperto e in continuo accrescimento. La prima scoperta e' stata il mosaico con una gdanza marinah molto simile ad un'altro presente nelle terme di Nettuno a Ostia. Probabilmente appartiene a un impianto termale di una stazione di posta. Gli ambienti riportati alla luce di questo edificio pubblico dalla lunga vita sono sei in tutto; sulle sue strutture di meta' II e inizi III secolo d. C. . Nell'alto medioevo vennero costruite altre stanze. Adesso c'e' lLesigenza di proteggere un mosaico e le pareti intonacate dallLattacco dei ladri d'arte e dei vandali. Restaurati i reperti saranno di nuovo ricoperti, in attesa di nuovi fondi sperando che un giorno si possa musealizzare tutta lfarea e i suoi tesori. Oggi non e' possibile.

Un doveroso Post Scriptum
Scavi archeologici a Gion Machi, FukuokaLa scoperta del bello e importante mosaico di Veio ci offre lfoccasione per un piccolo confronto con dei fatti che ci sono sembrati simili, avvenuti qui a Fukuoka recentemente. Avvenimenti che purtroppo si verificaano e continuano a verificarsi in un pof tutto il Giappone. Una premessa: In Italia, a causa del lassismo delle istituzioni, della paura di aggressioni e deturpamenti, molte zone archeologiche scoperte, per non essere lasciate incustodite, vengono ricoperte in attesa dei fondi necessari per la ricerca e per il mantenimento. Queste aree, almeno sulla carta, sono protette da una serie di leggi molto ferree e da precisi piani regolatori. In Giappone (e purtroppo anche in altri paesi in Oriente) si para una realtaf tuttfaltro che rosea e rassicurate in merito. Con lo stesso zelo e la stessa metodicitaf con i quali in Giappone, in altri casi, si procede, si protegge e si tutela (tanti sarebbero i casi che si potrebbero citare nella vita di tutti i giorni che ci fanno ammirare la funzionalitaf di questo paese e di molte sue strutture sociali) allo stesso modo si distrugge, programmaticamente. Noi che viviamo qui, a Hakata (una zona considerata ormai da molti studiosi di enorme importanza e valore storico per lo sviluppo e le radici della cultura giapponese) e che ci sentiamo esattamente nel mezzo, assistiamo ad una demolizione, una rimozione e una cancellazione sistematica dei beni architettonici (e ambientali) di questa zona, praticamente ogni giorno! Citiamo lfultimo di questi drammatici casi, proprio qui a Fukuoka, nel suo centro storico (o quello che dovrebbe essere e sempre meno appare): Dopo lfindividuazione di una zona abbastanza estesa, al di sotto di aree destinate allfedificazione di alberghi, centri commerciali e pachinko, sono state (fortunatamente!) autorizzate dai proprietari di questi ettari di terreno le ricerche archeologiche. Ricordiamo che siamo nel cuore della cittaf. Questi scavi, come era facilmente prevedibile per questa zona, hanno riportato alla luce una fitto reticolato di resti architettonici in muratura e alla scoperta di diversi reperti di epoca presumibilmente Nara, a Gionmachi: una zona, fino a oggi, vittima giaf di numerosi scempi da parte di comune e privati. Tutto ef stato fatto alla luce del giorno ma senza, sembra, minima pubblicitaf, informazione o documentazione resa poi pubblica su giornali o media. In questi mesi si ef proceduto poi a radere completamente al suolo questi ettari di patrimonio archeologico, tutto nel pieno rispetto delle leggi. Non ci si stupisce quindi che nessuno abbia fermato o denunciato lo scempio o chi di dovere se ne sia in qualche modo interessato. Ci si chiede se e' veramente questo il futuro che si prospetta al Giappone. Tutto cio' ci sembra, ed e' certo una triste constatazione, uno degli strani paradossi e delle grandi contraddizioni che si rivelano oggi della cultura conservativa e millenaria di questo paese. Ed e' lo spettacolo drammatico di un Giappone che sta scomparendo, nel suo intimo, pezzo dopo pezzo.

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(alcune foto scattate gfurtivamenteh durante gli scavi) scavi a Gionmachi (I) scavi a Gionmachi (II)

Andrea Pazienza - Vent'anni dopo
Andrea Pazienza. Vent'anni dopo.
Roma

Il primo Pazienza in mostra. Riportiamo il comunicato stampa della mostra dedicata al grande disegnatore di fumetti italiano Andrea Pazienza, scomparso il 15 giugno 1988.  approfondisci

Andrea come San Sebastiano 26 Maggio - 1 luglio 2008 CICLO
Andrea Pazienza. Vent'anni dopo.

Opere e Disegni dell'Inizio. 1973-1977
Con una selezione bibliografica di documentazione A cura di Francesco Moschini e Gabriel Vaduva Testimonianza di Giacinto Di Pietrantonio

Il primo Pazienza in mostra

Riportiamo il comunicato stampa della mostra dedicata al grande disegnatore di fumetti italiano Andrea Pazienza, scomparso il 15 giugno 1988:
A vent'anni dalla morte il 26 maggio alla galleria A.A.M. - Architettura Arte Moderna, in via dei Banchi Vecchi, 61, saraf inaugurata la mostra omaggio ad Andrea Pazienza. Raccolta selezionata di opere e disegni originali nonchef un album di quindici fogli, che racconta una storia compiuta dal titolo gLfulcerah. La mostra realizzata in occasione del ventennale della scomparsa del grande artista, vuole ripercorrere i primi anni della formazione di Andrea Pazienza, a Pescara, prima del suo precoce decollo come autore a partire della sua esperienza al Dams di Bologna. Andrea Pazienza ef uno degli autori di fumetti piuf conosciuti e amati. Attraverso le sue tavole ha raccontato lo smarrimento di una generazione, quella legata ai movimenti del '77. Pubblica una miriade di storie: tra i suoi personaggi piuf ricorrenti il giovane crudele Zanardi, Pompeo, Le fantastiche avventure di Penthotal. Collaborof con riviste come Frigidaire, Frizzer, Il Male, Corto Maltese, Comic Art, Linus e Tango. In questa galleria le tavole realizzati da Pazienza nei primi anni del suo lavoro, tra cui alcune delle opere I fratelli Max, Artgallery, Il coctail.
   


La forza del Bello - L'Arte greca conquista l'Italia
La Forza del Bello. L'arte greca conquista l'Italia
Mantova

La mostra si prefigge di raccontare la storia della presenza dellfarte greca sul territorio
italiano attraverso una raccolta di oltre centoventi opere provenienti da....  approfondisci

MoziaLa mostra si prefigge di raccontare la storia della presenza dellfarte greca sul territorio italiano attraverso una raccolta di oltre centoventi opere provenienti da tutto il mondo. Nelle sale affrescate da Giulio Romano e nelle Fruttiere di Palazzo Te, per la prima volta contemporaneamente, sono esposti i capolavori dellfarte classica in una sequenza narrativa che dal VII secolo a.C. conduce lo spettatore alle scoperte archeologiche dellfOttocento fino alle recenti restituzioni da musei americani. La mostra ef suddivisa in Tre sezioni fondamentali La prima: Un'Italia greca Opere di artisti greci importate in Italia o in molti casi esemplari che gli stessi artisti greci hanno realizzato trasferendosi in Italia. Bisogna considerare che nel VII secolo a.C. buona parte dell'Italia ef interamente greca: le colonie greche della Magna Grecia, tra campania e Calabria e la stessa Sicilia. Le opere d'arte prodotte in queste cittafsono greche anche se talvolta con caratteristiche stilistiche del tutto peculiari. Seconda sezione: La grecia conquista Roma. Concentrata soprattutto sul collezionismo e sul gcultoh delle opere greche da parte del mondo romano durante il I e II secolo a.C.. Questo non trascurando certo lfImportanza anche del fenomeno delle copie romane e della mercificazione di capolavori classici greci. Terza sezione: Nostalgia della Grecia Dopo secoli di oblio lfarte greca, fonte primaria dello sviluppo della cultura estetica latina, vive il suo momento di riscoperta attraverso le primi indagini scentifiche a cavallo tra il Settecento e lfOttocento. Ef il momento in cui si mettono a confronto e si osservano con sguardo analitico le copie romane (e la loro essenza ggrecah) e gli originali accertati come tali. Una mostra preziosa, soprattutto perchef riesce a sintetizzare un percorso non solo storico e artistico ma anche umano e culturale che ha attraversato duemila anni di storia del microcosmo del Mediterraneo fino a noi, oggi.


Venere di Urbino
Venere arriva a Tokyo
Mostre in Giappone

Probabilmente candidato ad essere il piu' importante evento in Giappone, dedicato all'arte italiana per antonomasia, in questi ultimi anni. L'arrivo della Venere di Tiziano custodita nelle sale...  approfondisci

Venere a Tokyo, 4 marzo - 18 maggio 2008 VeroneseProbabilmente candidato ad essere il piu' importante evento in Giappone, dedicato all'arte italiana per antonomasia in questi ultimi anni. L'arrivo della Venere di Tiziano custodita nelle sale degli Uffizi, arriva a Tokyo, al Museo Nazionale di Arti Occidentali, dal 3 marzo al 18 maggio 2008. Tendenza ormai conclamata e spesso discutibile di molti musei, non solo italiani, quella di ''esportare'' opere dfarte fino a oggi ''irremovibili'' in zone anche molto distanti (non solo chilometricamente, ma Carracci anche per climi, temperature e naturalmente per cultura) dal luogo di custodia di origine. La Venere di Urbino segue infatti l'arrivo e la presentazione di altre celebri opere italiane giunte in Giappone all'inizio del nuovo millennio, quali ad esempio il Satiro danzante nel 2005 e l'Annunciazione di Leonardo, la scorsa primavera. Non poche le polemiche sollevate prima dell'evento e che per molto tempo ancora lo accompagneranno. Parafrasando le parole di uno dei piu' autorevoli critici del momento, Gonzales-Palacios, in merito alla questione dell'utilizzo a volte ''strumentale'' e irriverente che si fa delle opere d'arte, riportiamo un suo ''illuminante'' parere: ''Non si deve spostare l'Arte, ma le persone che vogliono veder l'Arte'' . Mostra a effetto o no, la Venere di Urbino a Tokyo, sancisce un momento chiave dell'interscambio tra culture e il reale o meno, avvicinamento dell'Arte alle masse, la montagna che va a Maometto. di CrediCome da informazioni diffuse da media e giornali la mostra si articolera' attraverso un percorso espositivo che iniziera' con un gruppo di opere dell'antichita' classica fino alla loro rielaborazione nelle opere di alcuni maestri del primo Rinascimento. Presenti alcuni fra i piu' preziosi codici miniati del Quattordicesimo e Quindicesimo secolo, ma anche gemme, intagli in pietre dure e naturalmente pitture raffiguranti il tema di Venere e di Amore; citiamo ''Trionfi dell'Amore e della Castita'' di Jacopo del Sellaio, ispirati ai Trionfi del Petrarca o la Venere di Lorenzo di Credi. La sala centrale del Museo ospitera' invece''la Venere d'Urbino'' di Tiziano a confronto con la Venere'' di Pontormo realizzata su disegno di Michelangelo. Offrendo cosi ai visitatori un confronto diretto delle due scuole pittoriche del Rinascimento: la veneta e la fiorentina. Nello stesso spazio le opere di Bronzino, Giambologna, Allori da queste ispirate nel corso del Cinquecento. Nelle altre sale sara' presente una selezione di opere i cui soggetti si ricollegano alla rappresentazione dei miti associati a Venere, dall'antichita' al Rinascimento, con opere di Cranach, Tintoretto, Veronese. L'ultima parte della mostra sara' dedicata agli artisti del primo Seicento, che introducono nuovi e talvolta piu' bizzarri temi come la Venere vista di spalle'' di Annibale Carracci o la ''Venere che spidocchia Amore'' di Giovanni da San Giovanni.

Allori


Il mito di Apollo e Eracle
Il mito di Apollo e Eracle nellfEtruria Antica
Roma, Galleria di Valle Giulia

Roma, Galleria di Valle Giulia. Con il restauro della statua dellfEracle di Veio, che segue di tre anni quello di Apollo, e' esposto al pubblico il magnifico gruppo scultoreo, in terracotta...  approfondisci

Gorgone di terracottaApollo e ErcoleApollo

Roma, Galleria di Valle Giulia. Con il restauro della statua dell'Eracle di Veio, che segue di tre anni quello di Apollo, e' esposto al pubblico il magnifico gruppo scultoreo, in terracotta policroma, della fine del VI secolo a.C.. Le due statue ornavano la sommita' del tetto di uno dei templi piu' venerati in Etruria, quello in localita' Portonaccio a Veio. In esposizione nella Sala delle Arti e delle Scienze al Piano nobile della Villa di Papa Giulio III, raffigurano un mito greco: il dio Apollo che affronta l'eroe Eracle (Ercole) nella contesa per la conquista della cerva dalle corna d'oro sacra a Delfi. E' questa una delle fatiche dell'eroe, raramente rappresentata, che vede il dio Apollo perdente. Il gruppo e' concepito per un'unica visione laterale. Alcune sottili dissimetrie, sia nell'Apollo che nella statua dellfEracle indicano che il coroplasta aveva piena conoscenza deleformazioni ottiche in scultura che dovevano essere visibili da grande distanza e con forti angolature.

Latona che culla Apollo Ercole, intera, profilo Apollo di Veio

Canova e la Venere Vincitrice
Canova e la Venere Vincitrice
Roma, Galleria Borghese

Fino al 3 febbraio 2008, alla Galleria Borghese di Roma, alcuni dei capolavori scultorei, molti bozzetti e alcuni piccoli dipinti, del maestro neoclassico Antonio Canova (1757-1822).  approfondisci

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Amore alatoFino al 3 febbraio 2008, alla Galleria Borghese di Roma, alcuni dei capolavori scultorei, molti bozzetti e alcuni piccoli dipinti, del maestro neoclassico Antonio Canova (1757-1822). Partendo dalla ''Paolina Borghese ritratta come Venere Vincitrice'', laTre grazie mostra si propone di ripercorrere e presentare alcuni degli aspetti peculiari di tutta l'opera dello sculture veneto accostando anche opere berniniane gia' presenti nella collezione Borghese, viene proposto un lato raffinatissimo e allo stesso momento una ricerca precisa che Canova sviluppa e concretizza nelle opere da lui realizzate nel particolare clima politico e sociale dell'Italia napoleonica. La mostra si concentra cosi sul tema della bellezza idealizzata, intesa come valore e percezione del modello ''mortale'' e concreto di soggetti contemporanei (gli stessi membri della famiglia Borghese, ad esempio) o anche di ispirazione cristiana (la Maddalena Penitente). Un cammino di altissimo livello estetico racchiuso e articolato tra i corridoi e le stanze meravigliosamente affrescate e arredate (secondo il gusto delle epoche che hanno attraversato sino ad oggi queste sale) della Galleria Borghese.

Paolina Borghese Amore e Psiche Maddalena penitente

il Lupercale
A Roma: il Lupercale, dubbi e polemiche sulla scoperta
Roma

Sul Palatino, a 16 metri di profondita' sotto la casa di Augusto e' stato ritrovato un ambiente che, secondo i dati forniti da una sonda utilizzata dai ricercatori impegnati in questa scoperta,  approfondisci

statua del periodo di Augusto

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Sul Palatino, a 16 metri di profondita' sotto la casa di Augusto e' stato ritrovato un ambiente che, secondo i dati forniti da una sonda utilizzata dai ricercatori impegnati in questa scoperta, ha un'altezza di sette metri e quaranta e una larghezza di sei metri circa con una copertura a cupola con al centro l'aquila augustea e numerosi mosaici di marmo policromo. Molti i dubbi e le polemiche riguardo ad una attribuzione certa sull'origine e sulla destinazione dell'ambiente scoperto: la leggenda vuole infatti che sia la grotta dove Romolo e Remo, i fondatori di Roma, furono allattati da una lupa. Sempre secondo tradizione, ma con il supporto anche di fonti storiche dell'epoca, sarebbe poi stato trasformato in un vero luogo di culto dallo stesso Augusto, Palatino intorno al 28 a. C.. Secondo un'altra ipotesi, forse piu' credibile e basata sui dati finora raccolti, sarebbe invece un bellissimo e raro esempio di ninfeo con una decorazione musiva ancora in perfetto stato di conservazione e quindi, come il supposto Lupercale, certo non di minore importanza storica ed artistica. Le ricerche previste nei prossimi anni daranno certo risultati piu' concreti e un supporto piu' solido a queste due prime fondamentali tesi di partenza. Lupercale, particolare mosaicato della volta Lupercale, particolare della decorazione


Capolavori Ritrovati
Capolavori Ritrovati
Roma, Quirinale

Dopo una lunga trattativa con molti dei piu' importanti musei americani (dal Paul al Getty di Malibu passando per il Fine Arts di Boston, il Metropolitan di New York e...  approfondisci

Kantharos di Euphonios Cratere apulo

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Dopo una lunga trattativa con molti dei piu' importanti musei americani (dal Paul al Getty di Malibu, passando per il Fine Arts di Boston, il Metropolitan di New York e l'University Museum di Princeton) ritorna in Italia, come i compagni di Ulisse, nell'Odissea, tornarono in Patria dopo la distruzione di Troia, un nutrito gruppo di opere ''italiane''. Sessantotto esemplari circa, alcuni dei quali estremamente preziosi e di grande novita'. Si tratta di pezzi di importante valore storico e artistico trafugati, venduti Vibia Sabinaall'estero, acquistati e inseriti in molte collezioni internazionali, senza documentazione scientifica: manufatti, operevolto di Apollo o Hera vascolari, statue di produzione greca, protocorinzia, attica, etrusca e apula. Un'occasione unica per vederli raccolti insieme nelle nella Sala delle Bandiere e nelle Sale della Galleria di Papa Alessandro VII al Palazzo del Quirinale, dal 21 Dicembre al 2 Marzo 2008. Tutto questo in attesa della restituzione di altre opere molto importanti che nel corso degli anni vissuto un destino simile alle opere oggi finalmente restituite all'Italia: su tutte, come da comunicato stampa, atteso il rimpatrio del cratere del pittore Eufonio e della cosiddetta ''Venere di Morgantina''. Quest'ultima destinata entro pochi anni a ritornare in Sicilia da dove e' stata in origine esportata illegalmente.Grifi e Cerva


Cecco Bonanotte